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Le fasi di costruzione

La Casera, l’arte di costruire!

La costruzione della casera avviene in 3 fasi:

Prima Fase – Raccolta del materiale

Inizio novembre – fine dicembre

La prima parte della costruzione della casera (il pan e vin) e’ quella piu’ faticosa e difficile. Si tratta di raccogliere quanta più legna possibile e accatastarla, in modo ordinato, lungo le rive dei fossi o a capo dei campi. L’accatastamento serve a far seccare (per quanto possibile) la legna che se troppo fresca provocherebbe una notevole quantità di fumo bianco!

La difficolta’ sta nel taglio della legna. Infatti per l’occasione tutte le rive dei fossi, tutti gli alberi che costeggiano i campi, tutte le piante vengono potate. Ma per fare questo bisogna conoscere le piante e come si potano. Inoltre bisogna fare incetta di legna che brucia facilmente (pioppo, acacia, pino…) e tralasciare quella che invece non brucia (tuia, cipressi…). Altra legna viene recuperata dal taglio delle vigne, che ormai hanno dato il loro contributo per fare il vino (una parte del quale viene usato per fare il vin broulè).

Di solito i tralci vengono tagliati a novembre e lasciati per terra fino alla fine di dicembre. Questa legna e’ ottima per essere bruciata perchè e fina e contorta. Quando la si ammassa essa fa molto volume ma lascia molti spazi utilissimi durante la combustione! La parte più divertente della raccolta della legna e’ la ricerca del palo. Il palo serve a sostenere la casera e fa parte integrante della struttura di base.

La ricerca è spesso ardua perchè il palo dev’essere molto alto (8-10 metri), abbastanza resistente, non elastico (come il cipresso).

Spesso si usa il pioppo che qui cresce molto bene e molto in fretta ed anzi si cerca, ad ogni potatura, di lasciare crescere un tronco per l’occasione!. Ma anche l’acacia, nonostante le sue acuminate spine va molto bene. Talvolta si riescono a trovare vecchie travi di soffitto che sono ideali in quanto molto lunghe, stagionate, secche e resistenti ma facilmente infiammabili (ovviamente non nei campi…!!!).

La potatura delle vigne e degli alberi da frutto, nonche’ dei pioppi e di altre piante viene fatta da persone adulte, lo “Zio Oraldo” o lo “Zio Sisto” di solito, mentre il taglio dei vimini (quelli nuovi vengono tenuti per legare i nuovi tralci di vite, a febbraio) viene fatta dallo “Zio Paolo”. Tutti assieme poi (a seconda delle disponibilità) si raccoglie la legna e la si accatasta nelle vicinanze laddove verrà bruciata la casera. E’ questa l’operazione più; faticosa e meno divertente: molto spesso infatti si lavora con temperature sotto lo zero e con ghiaccio oppure con l’immancabile nebbia, tipica della val padana.

Seconda fase – Costruzione della struttura di base

4 gennaio

La vigilia è il giorno più bello, quello che spesso da più; soddisfazione, che piace di più;, che coinvolge tutti e che fa sentire meno pesante il lavoro! Il ritrovo e’ alle 8.30 del mattino. L’obiettivo e quello di costruire, al più; presto possibile, la struttura portante e poi iniziare ad accatastare la legna, operazione quest’ultima che si concluderà il giorno successivo.

  

La prima cosa da fare e scavare un buca di circa un metro nella quale verrà inserito il palo. Con l’aiuto di corde lo si innalza in verticale e si riempie la buca in modo da fissarlo nel terreno. Successivamente si costruiscono attorno al palo 8 camini di derivazione. Questi non sono altro che pali lunghi 3-4 metri fissati ad un’altezza di circa 1,20 metri da terra, sul palo e sostenuti, nella sommità e nella parte centrale, da cavalletti a x. In questo modo si crea un unico grande camino con otto punti di accensione e 8 prese d’aria. Con l’aiuto di lunghi chiodi e del fil di ferro si rende sicura e salda tutta la struttura in modo da resistere alle decine di quintali di legna che dovrà sostenere. La struttura e’ pronta. Gli otto camini laterali hanno la funzione di prese d’aria che alimentano il fuoco evitando di farlo soffocare.

 

Terza fase – Posa della legna a strati successivi
5 gennaio

La struttura è pronta per essere usata. Si inizia a disporre la legna appoggiando le fascine, in piedi, lungo le pareti laterali degli otto camini..
Si riempiono poi gli spazi vuoti tra i lati dei singoli camini. Successivamente si inizia a mettere i tralci delle viti, che danno volume alla casera senza però appesantirla (gli spazi tra i tralci garantiscono il passaggio d’aria).
Quindi si continua ad accatastare il resto della legna a disposizione, cercando di salire in altezza, pestandola il meno possibile.

 

E’ la parte più faticosa e spesso non si riesce a finire per la sera del 4, si è quindi costretti a lavorare anche il giorno successivo! E’ comunque gratificante! Poco prima del crepuscolo viene fissata, nella sommità del palo, la vecchia …

…ultima operazione, ma non meno importante, è la vestitura con uno strato di paglia. La casera assume così il suo aspetto caratteristico!!

Tutto è finalmente pronto… ore 18.45 si brucia.

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